IO, LAVORO | LA STORIA DI ARTURO – Cap.6

Capitolo 6 – “La settimana santa” 

Prima o poi doveva arrivare questo momento.

Dopo 6 mesi di lavoro devo ammetterlo, oggi mi manca l’università:

il cazzeggio, le sessioni di studio disperato la sera prima dell’esame, ma soprattutto la libertà.

Cos’era per me la libertà? Quella che io e i miei amici chiamavamo ironicamente “la settimana santa”.

Si trattava di quella settimana che seguiva la fine della sessione e precedeva l’inizio delle lezioni. Una goduria. 

Solitamente non ci facevamo mai scappare la settimana santa, la sfruttavamo ogni anno per fare qualche viaggio o qualche gita fuori porta, un po’ per staccare da tutto lo stress, respirare e ricaricarci. 

Certo, non posso dire che quella settimana fosse propriamente all’insegna del relax, ma come si suol dire, “a buon intenditor poche parole“. 


Lo so, nel mondo del lavoro è tutto diverso, in questi momenti mi sembra quasi di riuscire a sentire la voce di mia madre:

Arturo mi raccomando adesso lavori devi diventare responsabile, non puoi più permetterti di fare quello che ti pare

e ha ragione, non posso.

Anche volendo il solo pensiero di chiedere giorni di ferie mi mette in crisi, innanzitutto quanti giorni di ferie ho al mese? Come faccio a chiederli? Vado dal capo come se nulla fosse e dico:

“Buongiorno scusi il disturbo, volevo chiederle se posso prendere qualche giorno di permesso per motivi personali”

che sicuramente nella sua testa si tradurrebbe in

“Buongiorno scusi il disturbo, volevo chiederle se posso prendere qualche giorno di permesso perchè non ho voglia di fare nulla, ed è dal primo giorno che sono arrivato che penso a quando poter andare in vacanza”. 

Devo scrivere una mail? Quanto prima dovrei informare il capo? Che motivazioni devo avere? 

Mentre la mia mente vaglia tutti i possibili scenari, entro nel panico, non ho la più pallida idea di come funzioni

Cerco di informarmi, ripesco il mio contratto, faccio una piccola ricerca su google, qualche piccolo calcolo matematico e scopro che forse in questi primi mesi di lavoro ho già maturato qualche giorno di ferie. 

Mi arriva un messaggio. 

Bomber del venerdì 

Messaggio Matteo:

Nessuno ci avrebbe mai scommesso miei cari, ma udite udite il prossimo venerdì questo ragazzo qui si LAUREA. Siete tutti invitati e non accetto un no come risposta.

La vita mi prende in giro. 

Il momento è arrivato, devo prendere coraggio.


Mi alzo dalla mia postazione, mi affaccio alla porta a vetri dell’ufficio del capo, controllo non ci sia nessuno, busso ed entro. 

“Buongiorno scusi il disturbo, volevo chiederle se potessi prendere un giorno di permesso il prossimo venerdì per motivi personali, il mio migliore amico si laurea”.

Certo, mi sarei sicuramente potuto limitare a dire così, ma in realtà preso dal panico ho cominciato a dire i risultati di tutti i miei calcoli, su quante ferie avessi maturato, quante me ne spettavano ecc., un po’ per giustificarmi e un po’ per sentirmi meno in colpa.

Il risultato? Un semplice “tranquillo Arturo, assicurati di essere al pari con il tuo lavoro e prenditi pure il tuo giorno libero”.

Bomber del venerdì 

Messaggio Arturo:

Ovviamente io ci sono.

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