IO, LAVORO | La storia di Arturo Cap.10

Capitolo 10 – “Ma proprio oggi?” 

Oggi è mercoledì e io sto andando in ufficio come ogni mercoledì;  l’unico mio pensiero di oggi però è: non vedo l’ora di tornare a casa per potermi guardare la partita della mia squadra con la mia pizza e la mia birra sul divano. 

Ho sempre evitato l’argomento calcio in ufficio, anche perchè è una di quelle cose che qui in Italia NON si possono trattare, tipo la religione e il sesso…ma la Champions è la Champions, siamo in semifinale e se oggi capita, esternerò la mia fede.

Io vengo dal volley, che non è divisivo, siamo uno dei tanti sport “sfigati” per cui si conoscono 10 giocatori in tutto(di cui 5 non in attività, 3 perchè hanno presenziato in qualche programma televisivo e 2 per cronaca rosa e gossip), quindi non mi sono mai posto il problema di parlarne…Ma il giuoco del calcio è un’altra cosa.


Finalmente manca poco alle 18 e posso andarmene a casa che c’è la partita che mi aspetta!

“Ehi Arturo ti unisci a noi? Andiamo a bere qualcosa quando stacchiamo

È il mio collega, Mario.

Mario, ma proprio oggi? Non facciamo mai niente usciti dall’ufficio e oggi che c’è la partita gli deve venire in mente un’uscita tra colleghi?

Non posso dire di no, altrimenti non me lo chiederanno più..poi sono anche tra i più giovani…Ma che cazzo, non si fa così per…

“Certo! Contatemi!”

Comincio a chiedermi dove andremo? Faranno vedere la partita in questo posto? I miei colleghi che squadra tifano? Seguiranno il calcio? Oppure guarderanno qualche altro sport? Di cosa parleremo?Ma perchè ho accettato?


Tutte le volte che mi ritrovo in queste situazioni puntualmente mi agito, mi preoccupo e mi chiedo se sono abbastanza simpatico per intrattenere i miei colleghi o se ho abbastanza argomenti da poter sfoggiare all’occorrenza. Spoiler, dipende dal numero di birre.

In realtà non mi sento all’altezza delle situazioni in cui mi ritrovo. Fino ai 18 anni ero “il re della festa”, poi ho capito che forse era solo uno scudo per non dire realmente quello che penso o esternare quello che sono.

Perché il problema è che non abbiamo il tempo necessario per potere essere persone interessanti al giorno d’oggi; non basta più andare a lavorare. Bisogna trovare il tempo di fare sport per tenersi in salute, di cucinare perché è più salutare e fa più mental health, di avere degli hobby e coltivare delle passioni, guardare delle serie tv, e mantenersi aggiornati su quello che succede nel mondo per poter sostenere una conversazione interessante con amici e colleghi.

  • Ma siamo programmati tutti per fare tutto questo?
  • Se non riusciamo a tenere questo ritmo siamo sbagliati?


Sono le 18, arriva Mario.

“Allora Arturo sei pronto? Andiamo? Gli altri ci aspettano giù”

Bene, è il momento, scoprirò dove andremo.

“Che dite, andiamo al solito bar a vedere la partita?” 

È Luca, il mio collega dell’ufficio di fianco.

Ecco, alla prima domanda mi sono risposto: la partita c’è! Ed è proprio quella di calcio.


Inizia tra un’ora quindi abbiamo tutto il tempo di fare chiacchiere tra uomini, di cosa parleremo?

“Ehi Arturo hai visto l’ultima stagione di Lupin?” 

Perfetto si l’ho vista. 

Si certo! Mi è piaciuta molto anche la campagna di pubblicità che hanno fatto con i polsi con i segni degli orologi mancanti. Geniale!”

Ordiniamo il primo giro, prendo la mia birra, e anche quella c’è.

“Ragazzi cosa dite ci facciamo portare una pizza come al solito dalla pizzeria all’angolo?”

Rispondo subito di si.

La mia triade perfetta c’è.

Alla fine della serata ho visto la partita, ho bevuto una birra, ho mangiato la pizza e ho passato una bella serata con i miei colleghi.

È stato divertente, spero che mi invitino di nuovo. Alla fine mi preoccupo sempre inutilmente, ma il tema di “non essere abbastanza” lo dovrò approfondire meglio perché la nostra testa è la nostra forza e non posso consumare tutte queste energie in questo modo.

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