IO, LAVORO | LA STORIA DI ARTURO – CAP.8

Capitolo 8 – “3 errori” 

L’ora di pranzo: quel lasso di tempo che oscilla tra le 12.30 e le 14.30, ma che da quando cominci a lavorare diventa letteralmente un’ora. 

Dalle 13.00 alle 14.00. 

Questo intervallo di tempo si trasforma nel tuo Sacro Graal, in quella sola ora devi mangiare, bere, prendere un caffè e rimettere insieme i pezzi per affrontare altre lunghissime 4 ore di lavoro. 

Da quello che ho appreso in questi mesi la pausa pranzo però è anche molto altro, diventa per tutti l’occasione per spettegolare e lamentarsi

Di cosa? Di tutto:

  • del collega svogliato
  • dello stagista che ti fa saltare i nervi
  • dei clienti rompipalle

e perchè no, anche del tuo capo.


Oggi insieme ad alcuni colleghi andremo a provare un nuovo ristorante indiano vicino all’ufficio. 

Azzardato? Si. Mi spaventa?No.

Ho già l’acquolina in bocca quando all’improvviso sento rimbombare nell’ufficio due semplici parole:

“Vengo 

 anch’ io” 

seguite da un modesto “Se non è un problema ovviamente”.

È il capo.

Come al solito, panico. 

Questo potrebbe ufficialmente essere il mio primo pranzo con il capo e al contempo il mio ultimo giorno di lavoro.

Non posso fare casini.

Come ci si comporta ad un pranzo di lavoro con il capo? 

Questa non è solo una domanda nella mia testa, ma anche ciò che ha letto la barra di ricerca del mio computer un secondo dopo aver appreso la notizia. 

Il risultato della mia piccola indagine online?  

L’articolo di un forum intitolato:

“Pranzo con il capo: 3 errori da non commettere per uscirne bene.”

Perfetto, sono pronto. 


Arrivati al ristorante prendo posto, né troppo vicino né troppo distante dal capo e ordino finalmente il mio amato Pollo Tandoori, che non tarda ad arrivare. 

Devo essere onesto, mi aspettavo di più, il pollo non era granchè, completamente senza sale ed eccessivamente piccante. 

“Arturo com’è il tuo pollo?” 

“Molto buono”

Primo errore da non commettere: non essere mai troppo critici con il cibo, a nessuno piacciono i criticoni. Meglio non dire nulla.

“Chi vuole l’amaro della casa?” 

Mi vogliono mettere alla prova. 

Secondo errore da non commettere: non bere troppo, non farai una buona impressione altrimenti.

Il pranzo è finito e tutto sommato non è andato malissimo nonostante il cibo mediocre e l’amaro a cui ho dovuto rinunciare.

L’importante tanto non era godersi in tranquillità il pranzo, ma fare una buona impressione,

giusto?  


Sono le 13.50 e siamo ancora fuori dal ristorante a chiacchierare e goderci il sole. 

Cavolo, io alle 14.00 ho una call importante mi farebbe comodo tornare adesso e avere quei 10 minuti per prepararmi. 

Terzo errore da non commettere: mai andarsene all’improvviso, i fuggitivi non piacciono a nessuno, darai l’impressione di non essere a tuo agio o di non gradire la compagnia. 

Mentre cerco di trovare una scappatoia da quell’ultima stupida regola trovata su internet, i miei pensieri vengono interrotti dalle parole del capo.

“Bene ragazzi è stato davvero un piacere venire a pranzo qui con voi oggi, ma devo scappare, ho un appuntamento importante. Non so voi ma il cibo non era un granchè, il pollo era completamente senza sale e troppo piccante, l’amaro della casa invece veramente buono. Prossima volta prendilo anche tu Arturo te lo consiglio” 

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