IO, LAVORO, La storia di Arturo Cap.11

Capitolo 11 – “Non l’ha scritto davvero”

I social media, quell’intricato labirinto virtuale che inonda la vita di tutti i giorni, si erano trasformati in una sorta di incubo. Da un lato, erano uno strumento potente per rimanere connesso con amici, familiari e il mondo esterno; dall’altro, una trappola insidiosa che minava il mio tempo e la mia autostima.

Ero sempre stato attivo sui social, condividendo momenti della mia vita, le mie opinioni e le mie passioni con il mondo virtuale. Ma negli ultimi tempi avevo iniziato a notare un cambiamento nel modo in cui mi rapportavo ad essi. Quello che prima era un passatempo innocente, si stava trasformando in una fonte di ansia e insicurezza e… gli smartphone ti dicono quanto tempo passi su queste dannate app…

Ecco…

Se superi le 3 ore al giorno vuol dire che un quarto della tua vita da sveglio lo passi sui social media…Ok, rileggi…

un quarto della tua vita

…Ahhhhhh

Passavo ore a scorrere il mio feed, confrontando la mia vita con le versioni apparentemente perfette delle vite degli altri.

Le vacanze esotiche, i successi professionali, le relazioni felici – tutto sembrava essere amplificato e ritoccato per creare un’immagine idilliaca che non aveva nulla a che fare con la realtà. Poi mi fermavo e pensavo…Ma sarà mai vero? Ma questi qua vivono veramente ste vite? Ogni tanto leggendo sotto la foto ho pensato ci fosse un po’ di discrepanza, ma va beh…


Mi sentivo come se fossi intrappolato in un ciclo senza fine di confronti e autovalutazione. Ogni like, ogni commento, sembravano essere una valutazione della mia autostima, alimentando un senso di inadeguatezza e insoddisfazione che non ero in grado di placare.

Ero diventato dipendente dal feedback dei social media, cercando costantemente conferme esterne per la mia felicità e il mio valore. Ma più cercavo di riempire quel vuoto con likes e condivisioni, più mi rendevo conto che stavo perdendo di vista ciò che veramente contava nella vita reale.

E così, ho preso una decisione radicale. Ho deciso di ridurre la mia presenza sui social media, di limitare il tempo trascorso a scorrere il mio feed e di concentrarmi di più sulle relazioni e le esperienze reali. Come regola mi sono dato “ogni 20 minuti sui social, 2 vasche in piscina” e dio solo sa quanto io odi la piscina.

Non è stato facile, lo ammetto. Il richiamo dei social media era potente e persistente, ma con il tempo ho imparato a riconoscere quando era il momento di staccare la spina e dedicare il mio tempo e la mia energia a cose che davvero contano.


Ora, guardando indietro, mi rendo conto che quella decisione è stata una delle migliori che abbia mai preso. Ho ritrovato un senso di equilibrio e di pace interiore che avevo perso da tempo, riscoprendo la gioia delle piccole cose e delle relazioni autentiche.

Ogni tanto però, mi fermo, apro Instagram, vedo la foto, leggo la caption e…”SE LA VI”…

No, ti prego, non l’ha scritto davvero!!

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