“Burnout? Ma va!”
Allora, vediamo: mi sveglio già stanco, controllo le mail prima ancora di mettere i piedi giù dal letto, bevo il caffè come se fosse un’iniezione di sopravvivenza, arrivo in ufficio con la faccia di chi ha combattuto una guerra… e non ho nemmeno iniziato la giornata. Ma no, dai, non sono stressato.
Ultimamente ho notato che la mia energia vitale è pari a quella di una pianta grassa dimenticata sul balcone a gennaio. Ma non può essere burnout, figuriamoci! Il burnout è una cosa seria, riguarda gli altri, quelli che lavorano troppo, che hanno responsabilità enormi, che fanno le nottate in ufficio… io sono solo un normalissimo impiegato che ogni tanto sente il bisogno di urlare in un cuscino. Tutto regolare, no?
Il problema è che questa stanchezza non passa mai. Anche il weekend, che una volta era il mio rifugio sacro, ormai lo passo con l’ansia del lunedì. E il bello è che neanche so bene da cosa derivi: sarà il capo che mi riempie di mail con “URGENTE” scritto in caps lock anche per chiedere che fine ha fatto la sua penna? Saranno le riunioni che si moltiplicano come conigli e che alla fine servono solo a decidere che servono altre riunioni? Sarà la mia capacità di dire sempre “Sì, ci penso io” anche quando la mia lista di cose da fare è già lunga come la Salerno-Reggio Calabria?

Eppure, c’è sempre quella voce nella mia testa che mi dice: “Dai, non sei mica l’unico a essere stanco, smettila di lamentarti.” Ma è proprio questo il punto: tutti la pensano così, nessuno si lamenta e quindi continuiamo a fingere che sia normale vivere così, con il cervello in modalità “batteria scarica” e il corpo che ormai considera il caffè un gruppo sanguigno.
Regole del babbo, vediamo un po’:
✅ Regola n.1 – Fatti i cazzi tuoi → Ok, ma se il problema sono i miei cazzi?
✅ Regola n.2 – Saluta sempre → Sì, ma con un sorriso finto da “sto per esplodere”.
✅ Regola n.3 – Guarda negli occhi → Certo, peccato che i miei ormai sembrino due monitor spenti.
✅ Regola n.4 – Mai a lavoro → Eh, appunto. Ma se il problema È il lavoro?
✅ Regola n.5 – Non si sbirra mai → Forse una birra potrebbe aiutare. O forse un mese ai Caraibi.
Alla fine, decido di prendermi un giorno libero. Un giorno tutto per me, senza mail, senza notifiche, senza “Arturo puoi un attimo?”. Mi faccio una passeggiata, respiro, ascolto musica, provo perfino a leggere un libro senza controllare il telefono ogni tre minuti. E, incredibilmente, funziona.

Forse la soluzione non è fuggire ai Caraibi (anche se non lo escluderei del tutto), ma iniziare a capire che la salute mentale conta. E che non è normale vivere con il cervello in modalità “esaurimento scorte”. Magari dovrei parlarne con qualcuno. Magari, per una volta, anziché fare finta di niente, dovrei chiedere aiuto.
Oppure, più semplicemente, dovrei smetterla di controllare le mail a letto. Partiamo da lì.
