IO, LAVORO | La storia di Arturo – Cap. 1

Capitolo 1 – “Cucciolo”

La cravatta la metto? No, forse troppo…poi passo la giornata a toccarmi il nodo, che sicuramente non andrà bene; faccio colazione? Forse meglio di no, che se non digerisco qualcosa combino un disastro… Però se non mangio poi svengo a metà mattina…e oggi…Io lavoro!

Ok sono pronto, posso uscire di casa… No, troppo presto, non posso arrivare un’ora prima che mi prendono per un cretino…

Sono Arturo Pandini, ho 24 anni e oggi è il mio primo giorno di lavoro. Mi sono laureato con 110 alla facoltà di Economia e commercio di Padova, ho tanti amici, gioco a volley da quando avevo 9 anni con discreti risultati e ho avuto la fortuna di viaggiare in 3 continenti ma oggi sono semplicemente uno che se la sta facendo sotto.

Ammettiamolo, l’ansia da prestazione fa parte della nostra vita quando ci ritroviamo ad affrontare gli avvenimenti importanti e non me ne vergogno…Però ora è tardi, devo andare, che altrimenti arrivo tardi il primo giorno!

8.50, perfetto… Quei 10 minuti prima che volevo, quelli che ti fanno sembrare puntuale ma allo stesso tempo uno che non ha passato le ultime 48 ore pensando a quale frase utilizzare come “entrata in scena”.

Sì, sono uno di quelli che pensa anche a queste cose, perché la prima impressione conta e ho bisogno di tranquillità.

Eccola, la responsabile del personale, un viso conosciuto, un’illuminazione in mezzo a tutte le altre persone che stanno entrando con me, mi stanno squadrando e, lo so, stanno pensando al mio soprannome, perché lo so che funziona così. Quello nuovo, quello con le scarpe da vecchio(lo sapevo che non sarebbero andate bene, ma ci teneva mia nonna), quello altobassograssomagrosobriosfigato etcetc… Sono pronto, affronterò qualsiasi soprannome e,comunque, sappiate che vinco lo stesso, perché mentre voi pensate al mio, io posso pensare a tutti i vostri…e siete tanti!

Ma torniamo a Cinzia, la responsabile del personale. Durante i colloqui l’ho adorata, mi ha coccolato, mi ha raccontato anche vicende personali… se oggi vedo che la situazione si complica corro da lei e mi faccio fare delle carezze! Mi presenta al mio team: 2 ragazze, penso della mia età, due ragazzi più grandi e “il capo”;

I soprannomi di questi 5 ve li dico più avanti…

Simpatico o autoritario? Silenzioso o partecipativo? Battute o serietà? Ecco, non sono preparato, non so cosa fare; lo sapevo che non sarei dovuto uscire 4 giorni fa per quelle 2 ore… Sarebbe stato il momento perfetto per studiare la metodologia di comportamento durante le prime due ore del primo giorno di lavoro! Va beh, andiamo a braccio, tanto la pausa pranzo è vicina…

Tic toc tic toc…Oh ma sai che mi sta piacendo lavorare in questo ufficio…I ragazzi sembrano molto affiatati o, se si odiano, riescono a mascherarlo benissimo…Il capo non mi ha rivolto la parola, ma devo dire che non ha ancora staccato la testa dal suo pc; quindi, potrebbe non essersi nemmeno accorto della mia presenza. Ho pensato a qualcosa di sensazionale per farmi notare, ma forse meglio evitare una sontuosa figuraccia tipo quella fatta 6 anni fa all’oktoberfest con il tassista.

Basta pensare a ste cavolate, Artù, sei un adulto ora, stai lavorando!

Sono le 18, mi alzo? Aspetto che se ne vadano i senior? Si dai, non posso andare via per primo oggi, non ha senso e poi devo dire che le immaginavo più complicate queste 8 ore; mi sono divertito e penso di poter dare il mio contributo in questo team e sono felice al pensiero di tornare qui, domani.

Saluto tutti quelli che incontro mentre me ne vado con grandi sorrisi e sì, l’ho scoperto (grazie ragazza dell’ufficio paghe che non ti sei accorta che ero dietro di te).

Mi hanno soprannominato “CUCCIOLO”.

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